Descrizione
Da via Rimembranze, dove la provinciale spiana in cima al paese, ci si incammina per una strada sterrata che sulla sinistra entra verso Sorina. Si possono osservare da subito sulla destra alcuni pozzi di sorgenti superficiali, un tempo usati per irrigare i campi ed incanalarli in una rete idrica privata che serviva alcune famiglie del centro del paese. La falda maggiore era Iengàr ed oggi la sua acqua non esce più dai rubinetti bolzanesi.
La strada porta ad un bivio: qui si apre l'ampia regione Porta, tutta a prati e campi. Bello il panorama sul Monte Rosa. Prendendo la strada di destra si continua diritti e si incontrano i campi di grano (Malgòn).
Successivamente si entra a destra, nel fageto centenario (Fò). Sulla riva a terrazze si scorge un antico roccolo (Rocùl: edificio con feritoie per la cattura degli uccelli e la caccia); camminando liberamente nel bel bosco arioso si incontra un secondo roccolo, ancora ben integro, con i serramenti ed attorno tra gli alberi adatti per il richiamo dei più svariati volatili come il Tasso Baccata.
Scendiamo dall'altura verso la piana, che dai faggi passa ad alcuni castagni secolari e poi a silvestri ed abeti (Poscia) altrettanto vetusti. Siamo nei territori della famiglia Marietti.
Il colle del Monticello, che si erge perfettamente conico, porta in serbo una leggenda. Si dice sia stato formato dal continuo accumulo di sassi, sterpaglie e detriti che i contadini levavano dai possedimento della famiglia Marietti, per rendere coltivi i campi. Sulla sommità, tra i castagni e nascosta da una siepe di bosso (MArtèl), vi è la Tavola Rotonda: un tempo apprezzato luogo di merende.